Ecco i 4 segnali che stai vivendo un’infedeltà emotiva sul lavoro, secondo la psicologia

Alzi la mano chi non ha mai avuto quella collega che fa battere il cuore un po’ più forte del solito. No, non stiamo parlando di scene da film romantico con baci appassionati nell’archivio aziendale. Parliamo di qualcosa di molto più sottile e, diciamocelo, decisamente più comune: l’infedeltà emotiva sul posto di lavoro.

Se stai leggendo questo articolo con un sorrisetto colpevole sulle labbra, probabilmente sai già di cosa stiamo parlando. Quel collega del reparto marketing che ti fa ridere anche quando racconta la barzelletta più stupida del mondo, quella project manager che sembra capirti al volo anche quando il resto del mondo ti guarda come un alieno. Ecco, fermati un attimo e chiediti: quando è stata l’ultima volta che il tuo partner ti ha fatto sentire così?

Quella collega ti piace troppo? Benvenuto nel club segreto dell’infedeltà emotiva da ufficio

Partiamo dalle basi, perché qui la confusione è tanta. L’infedeltà emotiva non è quando pensi che il tuo capo sia particolarmente attraente o quando ammiri le competenze di una collega. No, è qualcosa di molto più profondo e, soprattutto, più pericoloso per la tua relazione.

Gli esperti definiscono l’infedeltà emotiva come lo sviluppo di un’intimità emotiva profonda con una terza persona che viola i confini della coppia. In parole povere? È quando inizi a condividere con qualcuno che non è il tuo partner i tuoi pensieri più intimi, le tue paure, i tuoi sogni e le tue frustrazioni quotidiane.

Il bello è che spesso neanche te ne accorgi. È come un virus silenzioso che si insinua nella tua vita quotidiana, mascherandosi da “normale amicizia lavorativa” o “ottima collaborazione professionale”. Poi un giorno ti svegli e realizzi che quella persona conosce dettagli della tua vita che il tuo partner neanche immagina esistano.

Perché l’ufficio è il posto perfetto per questo casino emotivo

Pensaci bene: dove passi la maggior parte delle tue giornate? Esatto, in ufficio. Otto ore al giorno, cinque giorni a settimana, sempre con le stesse facce. È praticamente una convivenza forzata, ma con l’aggiunta di deadline stressanti, progetti condivisi e quella sensazione di “noi contro il mondo” quando il capo diventa particolarmente insopportabile.

L’ambiente lavorativo ha tutte le caratteristiche perfette per far nascere connessioni emotive profonde. Condividi obiettivi, celebri successi insieme, ti supporti a vicenda nei momenti di crisi. È come una relazione accelerata, dove l’intimità si costruisce progetto dopo progetto, caffè dopo caffè.

E poi c’è il fattore “zona sicura”. Passare tempo con un collega è socialmente accettabile, anzi, spesso è addirittura incoraggiato per il bene del team. Nessuno ti giudica se resti fino a tardi a lavorare con quella persona o se andate a pranzo insieme tutti i giorni. È tutto “per lavoro”, giusto?

I segnali che dovresti iniziare a preoccuparti

La psicologa Francesca Bongiovanni ha identificato alcuni comportamenti tipici che dovrebbero accendere tutte le sirene d’allarme nella tua testa. Spoiler: se stai leggendo questa lista pensando “oddio, è esattamente quello che faccio io”, forse è il caso di fare qualche riflessione seria.

  • Stai investendo più energie emotive in quella persona che nel tuo partner. Se ti accorgi di pensare spesso al tuo collega anche quando non sei al lavoro, di preoccuparti per i suoi problemi personali o di sentire il bisogno di consolarlo quando è giù di morale, fermati.
  • Quella persona sa tutto di te, il tuo partner invece… Se scopri di raccontare le tue giornate, i tuoi problemi o le tue gioie prima al collega e poi (forse) al partner, c’è qualcosa che non va.
  • Ti senti più capito in ufficio che a casa. Questo è il segnale più pericoloso di tutti. Se inizi a pensare frasi come “Almeno Marco mi capisce” o “Con Giulia posso essere davvero me stesso”, è il momento di fermarsi.
  • Hai iniziato a nascondere le cose. Se ti ritrovi a cancellare messaggi, a evitare di menzionare quella persona nelle conversazioni con il partner, o a sentire un senso di colpa quando interagisci con lei o lui, il tuo istinto sa già che c’è qualcosa di sbagliato.

La scienza dietro questo pasticcio emotivo

Ma perché succede tutto questo? La risposta sta nella nostra natura più profonda. Come esseri umani, abbiamo un bisogno biologico e psicologico di appartenenza e connessione. Cerchiamo costantemente relazioni che ci offrano empatia, ascolto, riconoscimento e validazione.

Quando questi bisogni non vengono completamente soddisfatti nella relazione primaria – magari perché la routine ha spento la scintilla, o perché ci sono problemi di comunicazione, o semplicemente perché il partner è distratto da altre preoccupazioni – il cervello inizia automaticamente a cercare fonti alternative di gratificazione emotiva.

Gli studi mostrano come questo sia un fenomeno molto più comune di quanto si pensi. L’infedeltà emotiva viene descritta dagli psicologi come un “virus silenzioso” proprio perché si sviluppa gradualmente, senza che ce ne accorgiamo, nutrendosi della routine quotidiana e della ricerca naturale di validazione e comprensione.

Non sei un mostro, sei solo tremendamente umano

Prima di iniziare a flagellarti o a sentirti la persona più orribile del mondo, respira. L’infedeltă emotiva è incredibilmente comune e non succede solo alle persone “cattive” o a quelle che hanno problemi di coppia evidenti. Può capitare anche alle persone più fedeli e devote, semplicemente perché è nella natura umana cercare connessioni significative.

Il problema non è tanto il provare attrazione o apprezzamento per altre persone – questo è normale e inevitabile. Il problema sorge quando questa attrazione inizia a sostituire l’intimità emotiva che dovrebbe essere riservata al partner principale. È come avere due case: alla fine, una delle due viene trascurata.

Secondo i dati riportati dagli esperti, molte persone che vivono questa situazione non si rendono nemmeno conto di quello che sta succedendo fino a quando non è troppo tardi. È un processo graduale che si nutre di piccoli momenti quotidiani: una battuta condivisa, un momento di comprensione, un supporto nei momenti difficili.

Come distinguere l’amicizia dall’infedeltà emotiva

Una delle difficoltà maggiori nel riconoscere l’infedeltà emotiva è che spesso si maschera da amicizia profonda o collaborazione professionale particolarmente intensa. Come fai a capire quando hai oltrepassato la linea invisibile?

Gli esperti suggeriscono di applicare quello che chiamano il “test della trasparenza”: saresti a tuo agio se il tuo partner leggesse tutti i vostri messaggi? Se assistesse a tutte le vostre conversazioni? Se potesse vedere tutti i vostri incontri? Se la risposta è no, probabilmente c’è qualcosa che va oltre la semplice amicizia.

Un altro indicatore importante è il livello di investimento emotivo. In una normale amicizia professionale, ti preoccupi del benessere del collega, ma non al punto da sentire il bisogno di “salvarlo” o di essere il suo principale supporto emotivo. Quando inizi a sentirti responsabile della sua felicità o del suo equilibrio emotivo, hai probabilmente superato i confini dell’amicizia.

Il test della trasparenza non mente mai

Questo test è brutalmente efficace perché va dritto al punto. Se hai paura che il tuo partner scopra certi dettagli della vostra “amicizia”, significa che inconsciamente sai già che c’è qualcosa di inappropriato. La segretezza è spesso il primo campanello d’allarme di un rapporto che ha superato i confini normali.

Cosa fare quando ti rendi conto di essere in mezzo a questo casino

Se leggendo questo articolo hai iniziato a sentire qualche farfalla nello stomaco (e non del tipo romantico), non disperare. Riconoscere il problema è già il primo passo per risolverlo, e questo ti mette già avanti rispetto a molte altre persone.

Primo passo: sii brutalmente onesto con te stesso. Non cercare scuse, non minimizzare, non dire che è “solo amicizia” se sai che non è vero. L’autoconsapevolezza è fondamentale per fare scelte consapevoli e mature.

Secondo passo: ristabilisci dei confini chiari. Questo non significa essere scortese o freddo con il collega, ma semplicemente ridurre le interazioni non strettamente necessarie e smettere di condividere dettagli personali intimi. È difficile, lo so, ma è necessario.

Terzo passo: investi nella tua relazione principale. Spesso l’infedeltà emotiva è sintomo di bisogni non soddisfatti nella coppia. Invece di cercare altrove quello che ti manca, prova a comunicare con il tuo partner e a lavorare insieme per riaccendere la connessione che avevate all’inizio.

Quarto passo: non aver paura di chiedere aiuto. Se ti accorgi di non riuscire a gestire la situazione da solo, non c’è nulla di male nel chiedere supporto a un terapeuta di coppia o a uno psicologo individuale. A volte serve un occhio esterno per vedere chiaramente quello che sta succedendo.

Come prevenire questo casino emotivo prima che inizi

La prevenzione, come sempre, è meglio della cura. Se sei in una relazione impegnata e vuoi evitare di cadere in questa trappola emotiva, ci sono alcune strategie che puoi adottare fin da subito.

Mantieni sempre una comunicazione aperta e onesta con il tuo partner riguardo alle tue giornate lavorative. Non nascondere le interazioni con i colleghi, ma parlane naturalmente. Questo ti aiuterà a mantenere la prospettiva e a evitare di creare compartimenti stagni nella tua vita emotiva.

Investi costantemente nella tua relazione principale. Dedicate tempo di qualità al vostro rapporto, coltivate interessi comuni, e non date mai per scontato il bisogno reciproco di attenzione e validazione. Una relazione forte e soddisfacente è la migliore protezione contro le tentazioni esterne.

Stabilisci dei confini chiari fin dall’inizio. Non c’è nulla di male nell’essere amichevoli con i colleghi, ma mantieni sempre una linea di separazione tra vita professionale e vita privata. Non condividere dettagli troppo personali e non permettere che il rapporto di lavoro si trasformi in qualcosa di più intimo.

L’infedeltà emotiva sul posto di lavoro è un fenomeno complesso che tocca uno degli aspetti più profondi della natura umana: il bisogno di connessione e comprensione. Non è né un tabù da nascondere né un comportamento da giudicare moralmente, ma piuttosto un segnale da interpretare e gestire con consapevolezza e maturità.

Ricorda: riconoscere di essere attratti emotivamente da qualcuno non ti rende una persona cattiva. Quello che conta è come scegli di gestire questa attrazione e quanto sei disposto a lavorare per mantenere l’equilibrio nelle tue relazioni. Dopotutto, siamo tutti umani, e l’essere umani significa anche saper imparare dai propri errori e crescere attraverso le sfide che la vita ci presenta ogni giorno.

Hai mai avuto una crush emotiva da ufficio?
e me ne pento
ma nulla di grave
No
ma ci sono andato vicino
No
mai successo

Lascia un commento