Perché Non Riusciamo a Smettere di Controllare le Notizie sulla Guerra Israele-Iran? La Scienza Spiega la Nostra Ossessione
Le vicende geopolitiche che coinvolgono Israele, Iran e l’intero Medio Oriente stanno monopolizzando l’attenzione globale. I continui aggiornamenti, le breaking news e le immagini drammatiche ci incollano agli schermi, creando una vera e propria dipendenza da informazione. Questo comportamento ha un nome ben preciso: doomscrolling, ovvero la tendenza a scorrere compulsivamente notizie negative, soprattutto durante periodi di crisi.
Dietro questa reazione non c’è solo l’interesse per l’attualità, ma un complesso mix di risposte neurologiche e influenze sociali. Il nostro cervello, evolutosi per affrontare i pericoli reali della savana, fatica ad adattarsi al flusso costante e ansiogeno di notizie digitali. E il prezzo lo paghiamo in termini di ansia, paura e senso di impotenza.
Il Cervello Primordiale nell’Era dell’Informazione
Nell’istante in cui leggiamo una notizia scioccante, l’amigdala – la parte del cervello responsabile della gestione della paura – si attiva come se stessimo vivendo quel pericolo in prima persona. Il nostro sistema nervoso entra in modalità “allarme”, anche se il conflitto si sta svolgendo a migliaia di chilometri di distanza.
Ecco il paradosso: il nostro istinto di sopravvivenza ci spinge a cercare informazioni per affrontare una minaccia, ma questo stesso meccanismo, amplificato dalla velocità dei media digitali, ci intrappola in una spirale in cui l’ansia cresce invece di placarsi.
Dati, Dopamina e Dipendenza
Ogni nuova informazione rilascia dopamina nel cervello, il neurotrasmettitore della gratificazione. È lo stesso meccanismo che ci fa tornare sui social o aprire compulsivamente notifiche. Le notizie diventano veri e propri rinforzi positivi, anche quando ci turbano: sapere qualcosa di nuovo ci fa sentire più preparati, più in controllo. Ma è solo un’illusione.
Lo scorrere continuo di aggiornamenti alimenta una ricerca spasmodica di “novità” che potrebbe farci sentire più al sicuro, mentre in realtà attiva i circuiti dello stress e ci lascia esausti.
Perché le Notizie Negative Vincono Sempre
Il nostro cervello ha un bias innato per i contenuti negativi. Questo “negativity bias” ci spinge a reagire più intensamente a una minaccia rispetto a una notizia positiva. Nei feed dei social, un titolo allarmante attirerà sempre più clic rispetto a una buona notizia, ed è proprio su questo meccanismo che fanno leva gli algoritmi delle piattaforme.
In più, entra in gioco un altro fenomeno sottovalutato: il contagio emotivo. Quando il nostro feed si riempie di contenuti condivisi da persone emotivamente coinvolte, anche noi iniziamo a vivere quegli stessi stati d’animo. Rabbia, ansia, paura: bastano pochi scroll e diventano nostri, anche se prima non li avevamo.
Alla Ricerca di Controllo
Controllare continuamente le notizie dà l’illusione di avere il controllo su una realtà che, di fatto, non possiamo modificare. È un meccanismo che ci fa sentire attivi, coinvolti, forse addirittura utili. Ma quel senso di controllo è fragile, e spesso si trasforma in frustrazione quando ci rendiamo conto di non poter realmente fare nulla.
Come Capire se il Doomscrolling Ti Sta Prendendo il Sopravvento
Ci sono diversi segnali che possono rivelare una relazione poco sana con le notizie. Se ti ritrovi spesso in questi comportamenti, è il caso di fare un passo indietro e riflettere:
- Controlli compulsivamente le news al risveglio o prima di dormire
- Provi ansia se non puoi accedere agli aggiornamenti
- Perdi facilmente la cognizione del tempo navigando tra articoli e post
- Ti senti emotivamente provato dopo aver letto certe notizie
- Lotti per concentrarti su qualunque altra attività
- Cerchi sempre una fonte “più aggiornata” rispetto a quella appena letta
Spezzare il Ciclo dell’Ansia da Notizie: Strategie Pratiche
Rimanere informati è importante, ma lo è altrettanto proteggere la propria salute mentale. Ecco alcune strategie efficaci per gestire meglio l’esposizione alle news:
- Stabilisci momenti precisi della giornata in cui leggere le notizie. Evita di iniziare o concludere la giornata con i notiziari: il cervello ha bisogno di momenti neutri per rilassarsi.
- Bilancia le informazioni negative con contenuti costruttivi. Segui profili o fonti che parlano di soluzioni, solidarietà, innovazioni. Il cervello ha bisogno anche di speranza, non solo di allarmi.
Coltiva la Distanza Emotiva
Ricorda che, anche se sei empatico e coinvolto, sei comunque un osservatore. Allenati a distinguere tra ciò che puoi controllare e ciò che non dipende da te. Chiediti: “Questo aggiornamento sta migliorando la mia consapevolezza o sta alimentando solo la mia ansia?”
Quando Serve Chiedere Aiuto
Se i pensieri diventano ricorrenti, se il tuo umore cala drasticamente o se noti sintomi fisici come insonnia, agitazione continua o crisi di panico, è importante non sottovalutare la situazione. In questi casi, parlarne con uno psicologo può fare davvero la differenza.
- Difficoltà a dormire o ansia notturna
- Incapacità di staccare dalla lettura di notizie, anche durante il lavoro o le interazioni sociali
- Sensazione costante di impotenza e pericolo
- Pensieri ossessivi legati al conflitto
Allenarsi alla Consapevolezza in Tempi di Crisi
Oggi più che mai, serve allenare la mente a riconoscere i propri limiti e le proprie emozioni di fronte a eventi epocali e dolorosi. Sapersi fermare non significa disinteressarsi: significa scegliere il proprio equilibrio mentale come priorità. È il primo passo verso una forma di connessione autentica con il mondo, non guidata dalla paura, ma dalla lucidità.
Essere informati è un dovere. Ma preservare umanità e lucidità è un diritto che dovremmo esercitare ogni giorno, soprattutto in situazioni dove la realtà ci appare così dura e incontrollabile.
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