Preghiera del Sacerdote

PREGHIERA DEL SACERDOTE

Ecco le mie mani, Signore. Tu le conosci.

Un dì le stringesti tra le tue e le consacrasti al tuo servizio.

Non erano mani incallite dal duro lavoro e conoscitrici della durezza della terra.

Non erano mani dalla lunga esperienza della vita, nè mai avevano stretto altre mani in una comune promessa e speranza.

Tu le facesti tue, le ungesti del tuo olio perché fossero forti e ogni giorno stringessero e offrissero il tuo corpo al mondo.

Stasera sono qui, nella tua casa, seduto su questa stuoia ed io distendo le mie mani davanti a te.

Io so, non profumano più come un tempo ed in esse è stampato il mio volto che ho nascosto nei momenti di dolore e di pianto, come il velo della Veronica lungo il cammino della Croce.

Con la chiave del tuo amore hanno aperto le porte dei segreti dei cuori e versato in essi, in abbondanza, la speranza che vivifica.

Hanno accompagnato il bambino che si avviava alla vita.

Risollevato l’uomo, stanco e avvilito.

Qualche volta si sono aperte a chiedere per chi soffriva, ma mai si sono chiuse sul danaro degli altri.

Hanno fermato catene e spezzato bastoni di chi picchiava senza pietà. Non hanno issato bandiere di sfida per chi, ignaro, profanava il tuo nome. Mai hanno chiuso labbra che gridavano giustizia. Spesso, nel segreto, hanno spezzato e condiviso il pane della carità. Le ho alzate mai per vendetta, ma per benedire e perdonare.

Niente hanno sottratto e ciò che hanno dato era in tuo nome.

Stamane tu le hai viste passare veloci sulle braccia e sulle gambe dei lebbrosi, quasi volessero comunicare la loro vitalità.

Ed ora sono qui davanti a te. Prendile ancora tra le tue mani. Rendile profumate come un tempo.

Se le ho sporcate, perdonami. Lavale nel tuo sangue e domani, ancora, al risveglio degli uomini, saranno pronte per il Sacrificio.

 

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