Lettera di un Seminarista

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Caro prete,

Io sarò lì, quando indosserai l'amitto sulle spalle, perché questa croce, in modi diversi, la portiamo insieme.

Io sarò lì, quando metterai l'alba e non sarai più con i tuoi soliti abiti, ma con quelli sacri, perché in quel momento sacro voglio essere con te.

Io sarò lì quando ti cingerai i fianchi, perché il Signore ci ha detto di essere pronti, e ci perdonerà il Signore, perché a questo non eravamo pronti, né io né tu.

Io sarò lì, quando indosserai la casula e portandoti lento e appesantito come non mai, sarai finalmente pronto per ciò a cui non saresti mai voluto essere pronto.

Io sarò lì, quando farai il segno di croce e a voce non alta, come al solito, ma sommessa dirai: "Il Signore sia con voi", perché abbiamo vera necessità, in questo tempo di diaspora, di sentire che Dio è Emmanuele.

Io sarò lì, quando ti batterai da solo il petto e invocherai misericordia, perché troppe volte ho chiesto scusa distrattamente, e solo quando non poso più chiedere scusa a chi ho ferito mi accorgo del valore di bellezza che possiede questa parola.

Io sarò lì, quando inusualmente leggerai le letture, abituato a sentirle biascicare a qualche vecchietta o a leggerle troppo veloce da parte di qualche ragazzo, perché ricorderai che il Signore mai ha abbandonato il suo popolo, e non lo farà in questi giorni con noi.

Io sarò lì a sentirti proclamare il Vangelo e a pensare quello che mi avresti detto se fossi stato lì, davanti a te, occhi negli occhi, perché hai il desiderio che la Parola del Signore riecheggi nel mio cuore. Io sarò lì.

Io sarò lì quando all'offertorio presenterai al Signore un'ostia e un poco di vino, senza pisside, perché in questi giorni non avrai chi la svuoti. Offri tutto te stesso, offri tutto me stesso, tutta la Chiesa, il mondo intero, perché Cristo faccia della nostra miseria, la materia della sua vita divina.

Io sarò lì, quando canterai il Sanctus, di solito non vedi gli angeli che lo cantano con noi, in questi giorni non vedrai neppure la Chiesa che lo canta, ma come gli angeli, noi saremo lì, perché è Benedetto Colui che viene!

Io sarò lì, quando alzerai il Corpo del Signore, perché noi tutti, la Chiesa, siamo il suo corpo, tu alzerai al cielo tutti noi.

Io sarò lì, quando alzerai il calice col Sangue di Cristo, perché quel sangue è versato per noi e per tutti, oltre il tempo, oltre lo spazio, l'amore di Dio non si ferma davanti a nessuna restrizione.

Io sarò lì, quando pronuncerai la preghiera del Signore, e da solo continuerai a dire "nostro", perché il Signore l'ha insegnata apposta per dire che mai si è soli davanti al Padre.

Io sarò lì, quando invocherai la pace, la pace del Signore che non è assenza di discordie, ma che è Lui stesso.

Io sarò lì quando, dopo aver spezzato l'Ostia ti comunicherai: pensa a noi tutti, che pur spezzati dal vincolo della comunità, come Cristo non si spezza, non ci spezziamo. Pensa che nessun frammento in cui Cristo è presente va perduto, così non ci perderemo neppure noi.

Io sarò lì, quando ci benedirai alzando il braccio destro e invocherai tutta la Trinità, perché è tutto quello che potresti darci.

Io sarò lì, quando tornato in sacrestia, forse avvertirai una mancanza, avvertirai lo scorrere degli eventi che ti sovrasta.

Io sarò qui, ti aspetto, sii la mia Eucaristia.

 

Leonardo Arca

 

 

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