“Eucaristia” Lectio Lc. 22, 14-20

Lectio 11 marzo 2019

 

Eucaristia (PDF)

 

Luca 22,14-20

Don Massimiliano Pusceddu

 

 

[14] Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, [15] e disse: << Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, [16] poichè vi dico: non la mangerò più, finchè essa non si compia nel regno di Dio>>

[17] E preso un calice, rese grazie e disse: << Prendetelo e distribuitelo tra voi,  [18] poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio>>.

[19] Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: <<Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me>>.

[20] Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: <<Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi>>.

 

 

Delimitazione della pericope e contesto

 

Il nostro brano compreso nei vv 14-19 del cap. 22 del vangelo di Luca, si colloca all’inizio della narrazione della passione, morte, resurrezione e ascensione di Gesù (Lc22,1-24,53) e ci presenta la narrazione dell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. Rispetto agli altri evangelisti Luca è l’unico a riportare in maniera più ampia la celebrazione della cena pasquale ebraica, menzionando due dei quattro calici di vino che si bevevano, per questo dividiamo il nostro testo in questo modo:

 

vv14-18 rito pasquale ebraico

 

vv19-20  eucarestia cristiana

 

         Possiamo subito dire che la cena pasquale ebraica si consumava al calar della sera, all’inizio del 15 del mese di Nisan secondo il calendario ebraico, vi partecipavano un numero di persone sufficiente a mangiare l’agnello senza lasciare resti, quindi circa 12-15 persone. La cena si svolgeva in posizione reclinata, secondo l’uso greco-romano, non più come prescriveva Es12,11, stando in piedi col bastone in mano, ma appunto sdraiati su un divano, il gomito sinistro posato su un cuscino , la mano destra libera per mangiare. Si riempiva e beveva il primo calice di vino, dopo che il capofamiglia aveva recitato la benedizione: “Benedetto sei tu, Signore Dio nostro, Re del mondo, che dai ad’ Israele questa festa per la gioia e il ricordo. Sii benedetto Signore, che santifichi Israele e la festa”

         Venivano poi portate le erbe amare, il pane non lievitato e l’agnello, quindi si riempiva il secondo calice di vino e si faceva memoria della storia di Israele e dell’azione salvifica di Dio verso di essa e si cantava la prima parte del salmo di Hallel (Salmi 113-118). Quindi si beveva il secondo calice e si cominciava veramente la cena spezzando il pane e recitando la benedizione. Alla fine della cena si riempiva il terzo calice di vino, chiamato calice della benedizione, che veniva innalzato dal capofamiglia, si concludeva il tutto con un quarto calice e finendo di cantare il salmo di Hallel. In questo contesto Gesù celebra la sua ultima pasqua ebraica, in compagnia dei suoi discepoli, ma dà a questa un significato nuovo, che ora scopriremo.

 

 

 

Lectio

 

v14: “Quando fu l’ora”  ci troviamo al tramonto del sole, Gesù ha preparato tutto per  la celebrazione della Pasqua con i suoi discepoli. E’ giunta l’ora della Pasqua di Gesù, in questa ora si compie tutto il disegno di amore di Dio, il dono di se stesso alla sua creature, a questo dono d’amore si contrapporrà il male del mondo, l’impero delle tenebre al Regno dell’amore di Dio (v53)

 

v15: “Ho desiderato ardentemente” letteralmente con desiderio desiderai: in questo modo ci viene espresso il desiderio profondo di Gesù di compiere la volontà del Padre, di offrire se stesso per la salvezza degli uomini. Nella eucarestia sembra che questo desiderio donazione di Gesù si sazi, in questo modo, dando da mangiare il suo stesso corpo in cibo, Dio entra veramente in comunione con la sua creatura. Il Signore desidera celebrare questa pasqua con i suoi, con coloro che lui ha prediletto sin dall’inizio e che continueranno la sua missione . Gesù ha piena coscienza del suo vicino sacrificio e alla luce di questo dà un nuovo significato alla cena pasquale.

 

v16: “non lo mangerò più” Gesù sta celebrando l’ultima sua pasqua ebraica, adesso questa che era solo un segno si realizza pienamente nel sacrificio di Cristo, il Cristo crocifisso diviene il vero agnello pasquale, questa pasqua si compirà solo nel Regno di Dio, questo è anticipato nella eucarestia, la quale è pegno sicuro della gloria futura, quando questa si realizzerà, la comunione sarà totale, Dio sarà tutto in tutti (ICor15,28) proprio per questo gli apostoli continueranno a spezzare il pane per i fratelli, apre così la storia umana all’eternità, in attesa che questa si realizzi, nel frattempo Gesù risorto desidererà sempre spezzare il pane del suo corpo con i suoi, per rimanere sempre con loro.

 

v17: “ e preso un calice rese grazie” La cena pasquale ufficiale, abbiamo detto, comprendeva quattro calici, questo qui menzionato è il terzo, il calice della benedizione, il capotavola lo faceva passare tra i commensali, che bevendolo venivano accomunati da un unico destino, essi sono resi partecipi del dono di benedizione, di salvezza escatologica nel Regno di Dio, come indica il versetto che segue.

 

v18: Gesù sta preparando un nuovo calice, i beni del Regno simboleggiati da questo vino, saranno elargiti dopo il digiuno della morte di Gesù.

 

vv19-20: Il rituale ebraico, abbiamo visto, contemplava anche la cerimonia della frazione del pane, compiuta dal capofamiglia all’inizio del pasto. Come riempiva la coppa e la faceva passare tra i commensali, così prendeva un grosso pane rotondo, lo spezzava e ne distribuiva una parte a ciascuno dei presenti. Dopo la terza coppa Gesù ha aggiunto una sua spiegazione, adesso pronunzia una frase sul pane che egli liberamente aggiunge al rito tradizionale:questo è il mio corpo dato per voi, fate questo in memoria di meIl frammento di pane che Gesù mostra e consegna agli apostoli è messo in relazione non con il suo corpo semplicemente, ma al suo corpo offerto per tutti durante la sua vita, donazione che viene suggellata dalla morte in croce, morte che spezzerà il corpo di Gesù , come il pane, che sfamerà l’uomo per sempre della sua fame di Dio, della sua salvezza (Gv6,22-26). Gesù col suo gesto, rende grazie (eucarestia) al Padre, fonte della sua vita, che offre sulla croce, donandola per i fratelli. Gesù chiede di fare questo in memoria di lui, qui ci troviamo dinanzi alla nuova pasqua , in cui si fa memoriale dello agnello  sacrificato per i nostri peccati, questo pane è il mistero della fede, il dono del Figlio che ci introduce nella vita del Padre. Sull’ultimo calice, Gesù pronunzia una particolare forma di benedizione, che ricalca quella recitata sul pane, ma è più complessa perché ha richiami veterotestamentari. Il vino versato nel calice, ricordava il sangue delle vittime immolate per il sacrificio dell’Alleanza (Es24,5), il vino si trasforma nel sangue della vera vittima, nel sangue dell’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Bere al calice eucaristico significa entrare in una nuova comunione di vita creata da Dio. Come per l’antica Alleanza, il sangue sparso delle vittime sacrificate per il Signore era un patto inviolabile, adesso nel sangue del Signore si stipula una Alleanza eterna, per cui si riceve la vita eterna, questa d’ora in poi sarà l’unica ed eterna Alleanza nel corpo e sangue di Gesù Cristo,  che realizza quella veterotestamentaria (Es24,8 ; Ger31,31-34) realizzandone le promesse: la riconciliazione con Dio, il perdono definitivo dei peccati, la conoscenza personale e l’intimità con il Signore, mediante il dono dello Spirito stesso di Dio.

“versato per voi” indica il sacrificio di Gesù come manifestazione dell’amore personale del Signore per i partecipanti all’eucarestia, amore dimostrato nel dono di se, fatto da Gesù nella morte (Gv15,13). Grazie ad esso, viene comunicata ai discepoli la comunione escatologica con Dio.

 

 

 

Domande di vita

 

- Mi preparo seriamente alla celebrazione eucaristica, per partecipare con piena coscienza al mistero che si compie nell’ascolto della Parola di Dio e nel ricevere il Corpo e Sangue di Gesù?

 

- Faccio dell’Eucarestia il centro della mia vita, accolgo con rispetto il dono di salvezza che mi viene offerto?

 

- Il Signore ha fatto di tutta la sua vita un dono per gli uomini, io che sono suo discepolo mi lascio trasformare dalla sua grazia, così da conformarmi a Lui, e divenendo in Lui dono per gli altri fratelli?

 

- Comprendo la responsabilità che ho ricevendo il Corpo del Signore, di essere in pace con i fratelli e di attuare il comandamento che il Signore ci ha lasciato di amarci come lui ci ha amato?

 

 

 

 

 

 

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