Papa Francesco: la Quaresima

 

La Quaresima prepara alla Pasqua, mediante 40 giorni che vanno dal Mercoledì delle Ceneri al Giovedì Santo, che rievocano i 40 giorni che Gesù trascorse nel deserto. Per cui preghiera, carità, digiuni e astinenze servirebbero ad approfondire la meditazione su se stessi, con lo scopo di presentarsi alla Pasqua rinnovati o fortificati nella fede e nello spirito. Quest’anno il Papa pone l’accento sull’indifferenza verso il prossimo, piaga gravissima introdotta dalla globalizzazione, che ci ha assuefatti a considerare i problemi degli altri, non nostri. Un’apoteosi dell’egoismo inconciliabile con i principi della Chiesa di Dio, ma che purtroppo affligge molti suoi figli. Papa Francesco offre una via d’uscita, citando tre passi dalle Sacre Scritture.

 

“Se un membro soffre, tutte le membra soffrono”

La Chiesa, con la sua testimonianza, offre all’uomo un esempio della carità di Dio. “La Chiesa è communio sanctorum perché vi partecipano i santi, ma anche perché è comunione di cose sante: l’amore di Dio rivelatoci in Cristo e tutti i suoi doni. Tra essi c’è anche la risposta di quanti si lasciano raggiungere da tale amore. In questa comunione dei santi e in questa partecipazione alle cose sante nessuno possiede solo per sé, ma quanto ha è per tutti”.

 

“Dov’è tuo fratello?”

Il secondo punto del discorso del Papa è rivolto alle parrocchie e alle comunità, che devono superare i propri confini in due direzioni: verso la Chiesa del cielo, per entrare in comunione con gli Angeli e i Santi, e verso i margini di ogni società, per realizzare la propria natura missionaria. “Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. La missione è ciò che l’amore non può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla strada che la conduce ad ogni uomo, fino ai confini della terra”.

 

 “Rinfrancate i vostri cuori!”

Pregare Dio, dimostrarsi caritatevole nei confronti del prossimo, sapere che da soli non si è nulla: così si supera l’egoismo dei nostri tempi, e l’indifferenza che ne consegue. Così si guadagna un cuore misericordioso: “Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle”.

 

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